Perché c’è grande attesa sul decreto semplificazioni? In che modo influirà sul Superbonus? In questo articolo daremo risposta a queste domande sulla base di ciò che è emerso in questo periodo. Perché potrebbe essere utile? Partiamo dall’inizio. L’idea di migliorare le prestazioni energetiche della tua casa a costo zero sembrava incredibile. Magari all’inizio hai pensato fosse la solita notizia fasulla che gira per la rete.
Poi invece hai cominciato ad informarti e ti sei reso conto che è tutto vero. A questo punto non dovevi far altro che trovare un professionista capace che ti aiutasse a raggiungere l’obiettivo.
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Forse avrai pensato che entro qualche mese avresti prodotto energia dal fotovoltaico sfruttandola al meglio con una bella riqualificazione energetica con tanto di sistema di accumulo e pompa di calore.
Ma le cose non sono andate come ti aspettavi. Perché? E come potrebbero cambiare a partire da maggio di quest’anno?
Quali ostacoli ci sono col Superbonus
Purtroppo, man mano che sei andato avanti il tuo entusiasmo ha cominciato a sgonfiarsi. Come mai? Hai avviato le pratiche e i mesi sono passati, ma non sei tra quei pochi fortunati che hanno già fatto tutti i lavori previsti.
Non solo, se nel tuo edificio sono state riscontrate delle difformità o degli abusi edilizi ti sei dovuto fermare per capire se ne valeva la pena sanarli così da andare avanti.
In effetti non sei il solo, molti come te affrontano lo stesso problema. Come indica anche il Corriere della Sera, alla sezione economia, è riportata la dichiarazione del presidente del Consiglio. In modo del tutto chiaro ha ammesso che le attuali procedure per ottenere il Superbonus sono complesse. Per molti troppo.
Infatti, anche nel Pnrr (Piano nazionale di ripresa e resilienza) è stata inserita questa intenzione nero su bianco:
“L’attuazione del superbonus ha incontrato molti ostacoli connessi alla necessità di attestare la conformità edilizia particolarmente complessa per gli edifici risalenti, come segnalato dall’ANCI, dalla rete delle professioni tecniche e dalle associazioni imprenditoriali (con attese fino a sei mesi per l’accesso agli archivi edilizi). Obiettivo delle misure è accelerare l’efficientamento energetico e la rigenerazione urbana, rimuovendo gli ostacoli burocratici all’utilizzo del Superbonus.”
PAG. 68 PNRR
Secondo l’associazione dei Comuni, infatti, il solo fatto di ricercare i documenti necessari negli archivi delle grandi città può richiedere un tempo che va dai 6 ai 12 mesi. Un tempo davvero abnorme e che potrebbe mettere a dura prova anche la pazienza di operatori o beneficiari. Tanto che alcuni si arrendono e passano all’incentivo meno generoso: la detrazione fiscale al 50%.
Ecco, quindi, che nel decreto semplificazioni potranno essere riviste le procedure per far si che ci sia una effettiva fruizione dei benefici del bonus maggiorato.
Di cosa si tratta e come potrebbe sbloccare la situazione?
Quali proposte avanzate
Sembra che si stia prendendo in considerazione la proposta dell’ANCI, l’associazione dei comuni. Questa prevede che le asseverazioni di conformità urbanistica fossero focalizzate solo sull’esistenza del titolo edilizio e non anche alle verifiche di conformità.
In pratica una verifica sul fatto che il tuo immobile abbia ottenuto i titoli edilizi necessari, anziché verificare se ci sono anche abusi oppure no. In questo caso tutto sarebbe molto più semplice e la platea di beneficiari potrebbe aumentare enormemente.
Se poi a questo si aggiunge una proroga al 2023 è praticamente certo che potrai concretizzare il tuo progetto. Quando è prevista la conferma della proroga?
La sospirata proroga al 2023
Sembra si sia cercato di introdurre la proroga in varie misure prese dal governo. Ma ancora non si ha nessuna conferma. Alla fine, rimane invariata l’intenzione di inserirla nella legge di Bilancio del 2022, in pratica alla fine di quest’anno.
Sulla proroga ancora nessuna certezza dunque. Allo stato attuale, per la maggioranza rimane la scadenza al 30 giugno 2022. I cantieri devono essere terminati entro questa data. Tenendo conto di ciò che per ora è certo, se ti muovessi subito potresti avere il tuo impianto tecnologico a costo zero.
Ricordati solo che a costo zero non significa a impegno e pazienza nulli, anzi ci vorrà una buona dose di entrambi. Ma ne vale la pena, perché può significare avere almeno dai 50 ai 100 mila euro di riqualificazione energetica pagati con risorse statali.
Forse ti stai chiedendo a chi ti puoi rivolgere e quale azienda è più adatta ad intraprendere un percorso simile. In particolare, chi può fornirmi i prodotti migliori per quanto riguarda impianto fotovoltaico, sistema di accumulo, pompa di calore e colonnina di ricarica?
Nell’articolo che segue troverai suggerimenti utili a questo scopo.