Indipendenza Energetica: Come si può raggiungere?

Oggi l'indipendenza energetica non è più un'utopia, quali sono i sistemi, i passi da fare e le agevolazioni disponibili?

I passi per raggiungere l'indipendenza energetica

L’enorme interesse che si riscontra su questo argomento supera le attese degli operatori del settore. Quali sono i motivi? Sicuramente quello economico è prevalente, ma poi non bisogna dimenticarsi che molti si lamentano delle bollette poco chiare e cariche di spese non riconducibili all’energia elettrica.

In ogni caso è bello poter pensare di non dover dipendere dagli altri su una fonte così importante come l’energia. Ed è bello pensare che il sole raggiunge tutti e che quindi la sua energia deve essere disponibile a tutti.

Per riuscire in questo intento sono necessari sistemi affidabili che ti permettono non solo di produrre l’energia dal sole, come i pannelli fotovoltaici, ma anche di immagazzinarla di giorno per sfruttarla ad esempio di notte.

Inverter per l’Indipendenza Energetica

Nel mercato ci sono vari tipi di inverter che hanno una doppia funzione: la prima è quella di convertire l’energia dei pannelli solari in “energia utilizzabile” in casa o in azienda; la seconda è quella di gestire i cicli degli accumulatori (carica e scarica).

Alcuni inverter di questo tipo particolarmente diffusi sono il Solax e il Leonardo System. In particolare il Leonardo System si presta molto bene per chi desidera staccarsi dalla rete elettrica, questo perché oltre a gestire gli accumulatori ti permette di avere altre fonti di emergenza senza dover ricorrere ad un sovradimensionamento eccessivo.

Ad esempio nel caso di una settimana fatta di nuvole può darsi che l’impianto fotovoltaico non riesca a fornire tutta l’energia necessaria al fabbisogno domestico o aziendale. Quindi? Cosa si può fare? Nulla di così difficile: si può pensare ad una fonte energetica di emergenza come un banalissimo generatore collegabile al sistema (backup).

Comunque quando si pensa ad un impianto fotovoltaico indipendente è molto utile cercare di ridurre il fabbisogno energetico in modo tale da non porre sotto stress gli accumulatori. Questo si può fare ad esempio avvalendosi di sistemi di efficienza energetica per l’acqua calda sanitaira e per il riscaldamento, ad esempio installando un solare termico e  una stufa/caldaia a pellet, oppure i pannelli radianti con pompe di calore ad alta efficienza.

Bisogna anche rilevare che molte aziende produttrici di inverter si stanno organizzando per fornire soluzioni che prevedano la “gestione” degli storage, tra queste segnaliamo ABB, SolarEdge, SMA. Attualmente però non prevedono un’autonomia completa, ma fino all’80%.

I passi per diventare autonomi

Alcuni spunti di riflessione che possono essere utili a chi sta pensando a questo progetto. Molti basano il loro progetto fotovoltaico sul proprio fabbisogno attuale di energia elettrica e di gas. Probabilmente dopo un audit energetico si comincia a pensare a tutti quegli interventi che possono alleggerire i carichi, ad esempio utilizzando un solare termico anziché uno boiler elettrico.

Anche se il tutto può essere studiato molto bene prima di eseguire gli interventi, rimane il fatto che i “comportamenti” che si hanno dopo l’entrata in funzione del sistema fotovoltaico sono diversi.

Cosa significa questo? Probabilmente prima di installare gli accumulatori potrebbe essere utile analizzare i dati di un anno dove è evidente come e quando è stata utilizzata l’energia. A questo punto il professionista è in grado di proporti lo storage più adatto alla tua situazione, così che la capacità degli accumulatori non sia ne sovradimensionata ne sottodimensionata.

Suggeriamo quindi di andare per gradi. Iniziate con il fotovoltaico e con l’efficienza energetica (termodinamico, scaldacqua a pdc, solare termico, pdc, caldaie ibride), poi valutate insieme al vostro consulente energetico quali accumulatori si possono adattare meglio alla vostra situazione.

Incentivi sugli Impianti Indipendenti

Se si tratta di civile abitazione, tutto il sistema, compreso degli accumulatori, possono godere del Bonus Fiscale del 50%. Questo significa che il costo complessivo dell’impianto può essere ridotto della metà. In ogni caso verifica se ne hai diritto sempre con il tuo professionista di fiducia.

Come funziona? Per chi è dipendente significa che per 10 anni si vedrà una busta paga maggiorata. Ad esempio se tutto il sistema fotovoltaico più accumulatori costano 10.000€, il bonus fiscale è di 5.000€ suddiviso in 10 quote annuali. Quindi nel perido tra giugno e agosto il dipendente riceverà 500€ in più dal suo datore di lavoro. Una cosa simile si può dire per un pensionato.

Mentre, seguendo lo stesso esempio, un lavoratore autonomo in sede di dichiarazione dei redditi provvederà a scontare 500€ sull’ammontare dell’Irpef che dovrà versare (solitamente tramite il suo commercialista). E’ evidente che questo bonus è legato al pagamento dell’ Irpef e alla sua capienza, ma per non beneficiare di questo incentivo bisogna avere redditi molto bassi o detrazioni in corso importanti. Ma chi ha redditi molto bassi difficilmente pensa ad affrontare investimenti come questi a meno che non possiede altri redditi non assoggettabili all’irpef o non dichiarati.

Ci sono anche altre forme di incentivo e se hai bisogno di info specifiche puoi metterti in contatto con noi usando la nostra chat. Puoi contattarci anche per capire quale deve essere la capienza degli accumulatori che possono servirti.

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Luigi Schirru
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Sono un appassionato di fotovoltaico da più di 15 anni. Amo trasformare difficili informazioni tecniche in un linguaggio comprensibile a tutti. Tra le mie collaborazioni sono orgoglioso di quelle che ho avuto con: SunPower (con cui ho scritto alcuni articoli), aziende del gruppo E.ON, aziende del gruppo Enel